Teatro

Intervista a Salvo Valentino

Intervista a Salvo Valentino

Salvo Valentino è un giovane autore ma che vanta già collaborazioni con Turi Ferro ed il Teatro Stabile di Catania e l'attrice Ghione. Attualmente in scena con "Il sapore delle Rose", Salvo ne è l'autore, regista e scenografo. Il dramma ha per protagonisti due giovani fratelli, Dario e Dani, e accende i riflettori su una tematica tanto attuale quanto “nuova” per lo spazio scenico teatrale. La violenza sui minori e, più precisamente, l’incesto maschile. - COME MAI HA VOLUTO TRATTARE IL TEMA DELL'INCESTO? Perchè mi riportava al topos tragico. Volevo rappresentare con intensità un dramma che si avvicinasse lentamente alla morte o comunque alla scelta estrema. Ho preso spunto nelle radici del mondo greco ma con un adattamento moderno, mantenendo la struttura della tragedia in tutte le sue fasi. - COME HA SCELTO GLI ATTORI? Gli attori sono gli elementi di un gruppo, un laboratorio permanente. Vengono da un progetto legato ad un istituto siciliano, nato dalla necessità di tenere testa ad un situazione carente nell'ambito scolastico in quartieri disagiati di Catania. Il progetto si esaurì dopo 2 anni. Ho pensato allora di formare la Compagnia dei Giovani in modo da portare avanti alcuni talenti o elementi tipo. Dopo tanti anni di collaborazione con lo Stabile di Catania di Turi Ferro e la Ghione in veste di scrittore, volevo trovare la mia dimensione ed è stato il punto di partenza, la scusa per dar vita alla Compagnia, nonchè la spinta per dare una possibilità a ragazzi che non avevano altri riferimenti, di scoprire una passione e risolvere anche i loro problemi di rendimento scolastico. - COME HA ACCOLTO IL PUBBLICO "IL SAPORE DELLE ROSE"? ha accolto positivamente lo spettacolo. La reazione è stata di protezione, era come se volessero difendere questi 2 ragazzi (i protagonisti). - C'E' QUALCHE RIFERIMENTO ALLA LETTERATURA CLASSICA CHE TRATTA QUESTO TEMA? Riferimenti precisi no. Facendo alcune ricerche sul tema dell'incesto ho scoperto che se ne è già parlato nei termini madre/figlio e fratello/sorella ma mai fratello/fratello. Così è nata l'idea, considerando il vantaggio di avere a disposizione un cast con una forte componente maschile. - NELLO SPETTACOLO C'E' UN USO LARGO DI TABLEAU VIVANT! CREDE CHE IL SUO SPETTACOLO ABBIA MOLTA PROSA D'INTROSPEZIONE? Assolutamente si. E' un lavoro introspettivo fortemente voluto, niente azione o movimenti. Ho cercato altre chiavi che non fossero fisiche per i due protagonisti, non ho voluto esagerare soprattutto per l'età del coprotagonista. Io ho 35 anni e con tanti anni di esperienza alle spalle, ma un'altra cosa è muoversi in scena a 19 anni quando si stanno compiendo i primi passi in questo mestiere. Ho pensato ad un lavoro che avesse comunque un forte impatto senza sconfinare nella sfera erotica, anche perchè non mi interessa il discorso erotico ma i sentimenti come chiave di lettura. Tutto è introspettivo. Gli altri personaggi in scena sono la proiezione delle menti, il mondo interiore,i fantasmi, le scatole ad esempio rappresentano la transizione.